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La decisione di Google di sospendere la collaborazione con Huawei ha scatenato un acceso dibattito. I dubbi riguardano soprattutto la situazione dell’azienda cinese in relazione ad Android, sistema operativo che ormai da anni caratterizza i dispositivi mobili del gigante di Shenzen. In molti si domandano se il robottino verde potrà continuare a essere utilizzato dalla società guidata da Richard Yu, senza dimenticare le sorti dei prodotti già in commercio. Cerchiamo di fare chiarezza.

I futuri smartphone Huawei – Honor

Chiariamo innanzitutto un aspetto, la decisione di Google riguarda il trasferimento di prodotti hardware e software, escludendo però quelli coperti da licenza open source. Questa precisazione, passata un po’ in sordina, rappresenta in realtà un punto cruciale della vicenda. Android infatti è presente sul mercato in due versioni: una commerciale, venduta dall’azienda di Mountain View con una vera e propria licenza d’uso che, tra le varie condizioni, prevede anche l’accesso ai vari servizi come il Play Store, YouTube, Gmail, solo per citarne alcuni; una open source, priva di questi elementi.

In seguito alla mossa dell’azienda di Mountain View, Huawei non dovrebbe avere più accesso alla versione commerciale di Android ma, contestualmente, dovrebbe poter adottare quella open source sui suoi prossimi smartphone. In attesa dunque di un comunicato ufficiale, lo scenario più probabile è quello di vedere a livello globale dispositivi dell’azienda cinese con a bordo il sistema operativo di Google, privo però di tutta la G-Suite e con un livello di aggiornamento inferiore rispetto alla versione commerciale (ad esempio, le patch di sicurezza arrivano con un po’ di ritardo).

Potrebbe dunque estendersi a livello mondiale la situazione presente nei dispositivi Huawei provenienti dalla Cina. Chiunque abbia infatti importato smartphone di questo tipo (magari attraverso i soliti store online) si è ritrovato un dispositivo con a bordo Android ma privo di tutti i servizi Google (tra cui il Play Store), da installare in un secondo momento attraverso specifiche procedure. Ovviamente, non avere a disposizione la G-Suite in via ufficiale è una limitazione non da poco: addio al Play Store, a Gmail, a Google Maps, ai backup di WhatsApp su Drive, il tutto sostituito da servizi proprietari non ancora pronti per l’Europa.

All’interno di questo scenario, assumono un peso decisamente differente le dichiarazioni rilasciate due mesi fa da Richard Yu in un’intervista al portale tedesco Welt. In quell’occasione infatti il CEO di Huawei ha confermato l’esistenza di un sistema operativo proprietario, da utilizzare nel caso in cui l’azienda fosse stata impossibilitata a sfruttare Android. Chissà che la situazione venutasi a creare possa far spingere ulteriormente il piede sull’acceleratore di questo progetto.

Gli attuali smartphone Huawei – Honor

“Huawei ha apportato sostanziali contributi allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo. Come uno dei principali partner globali di Android, abbiamo lavorato a stretto contatto con la loro piattaforma open source per sviluppare un ecosistema che ha avvantaggiato sia gli utenti che l’industria. Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti che coprono quelli già venduti o ancora disponibili a livello globale. Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza a tutti gli utenti a livello globale.”

Poco fa è arrivata la prima presa di posizione ufficiale da parte di Huawei in merito a questa vicenda. Com’era prevedibile, l’azienda cinese non si è sbilanciata più di tanto, ma ha fornito un’importante precisazione in merito agli smartphone già in commercio: continueranno a funzionare regolarmente e sarà garantita l’assistenza post vendita. Una situazione coerente con quanto già dichiarato da Google, che ha appunto confermato il fatto che il Play Store e i servizi di sicurezza Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi del gigante di Shenzen già in commercio.

Questo dunque dovrebbe garantire, ad esempio, il rilascio delle patch di sicurezza nel tempo. Discorso differente però per il rilascio degli aggiornamenti alle successive versioni di Android. Proprio nelle scorse settimane, Huawei ha iniziato a dare indicazioni ufficiali circa l’update ad Android Q per prodotti come la nuova gamma P30, attualmente basata su Pie. Nel caso in cui la situazione venutasi a creare non dovesse risolversi, sarà probabilmente difficile vedere gli smartphone dell’azienda cinese attualmente in commercio ricevere le successive versioni del sistema operativo di Google.

Dovremo comunque attendere dichiarazioni ufficiali specifiche di Google e Huawei al fine di comprendere, concretamente, quelle che saranno le effettive conseguenze della sospensione della collaborazione. Gli scenari descritti in questo articolo, allo stato attuale, appaiono quelli più probabili. Vi aggiorneremo su ogni sviluppo di questa vicenda.