L’oramai celeberrima causa fra Apple e Epic Games è giunta al suo primo verdetto, che mostra un vittoria parziale da parte di Epic Games e una decisione da parte del giudice che potrebbe cambiare per sempre la natura degli store online proprietari. La decisione della corte, infatti, si è opposta alle restrizioni imposte da Apple, sostenendo che dovrebbe essere possibile per gli sviluppatori poter inserire all’interno delle loro applicazioni, link che reindirizzino a negozi digitali esterni.
Nel dettaglio, il verdetto del giudice Gonzalez-Rogers, stabilisce che: “Apple è permanentemente trattenuta dal proibire agli sviluppatori di includere nelle proprie app tasti, link esterni e altre possibilità di azione che puntino gli acquirenti verso altri meccanismi di acquisto, oltre agli acquisti in-app, e che consentano una comunicazione diretta con gli utenti se questi accettano tali sistemi attraverso la registrazione dell’account nell’app”.
Il giudice ha proseguito sostenendo che: “le leggi federali dell’antitrust non presentano una posizione di monopolio da parte di Apple ma è altresì vero che l’attuale condotta perpetrata da Apple si è rivelata anticoncorrenziale per quanto concerne le leggi, sulla competizione di mercato, vigenti in California”
Un verdetto che potrebbe diventare un punto di svolta molto importante per l’intero settore, considerando che rappresenta un precedente che apre le porte all’acquisto attraverso sistemi alternativi per contenuti accessori all’interno di giochi, e applicativi, venduti nei vari store digitali.
Basti pensare che Google Play Store, PlayStation Store, Xbox Store e Nintendo eShop, utilizzano tutti la stessa struttura dell’Apple Store, obbligando l’utenza ad acquistare qualsiasi contenuto addizionale attraverso il proprio store. Il verdetto di Gonzalez-Rodriguez potrebbe, quindi, portare tutte queste aziende a doversi adattare alla possibilità di offrire dei sistemi di acquisto alternativi, lasciando piena libertà agli sviluppatori.
Una soluzione che, per quanto aperta alla libera competizione di mercato, potrebbe anche offrire parecchie falle in termini di sicurezza. Escludiamo per un istante produzioni quali Fortnite, o Genshin Impact, e pensiamo a tutte quelle produzioni mobile che potrebbero tranquillamente proporre sistemi di acquisto, e conseguente pagamento delle transazioni, attraverso piattaforme poco sicure o facilmente violabili.
In apertura accennavamo a una vittoria parziale da parte di Epic Games e il motivo è semplice: la corte ha stabilito che la condotta di Apple nel caso Epic è stata “anticoncorrenziale” ma si è comunque pronunciata a favore della società di Cupertino su tutti gli altri aspetti della causa legale, incluso quello relativo alle accuse di presunto monopolio e alla violazione delle clausole contrattuali.
Questo comporta che Epic Games dovrà pagare un risarcimento dei danni nei confronti di Apple che ammonta al 30% degli oltre 12 milioni di dollari incassati dalla versione iOS di Fortnite tra l’agosto e l’ottobre 2020, più un ulteriore 30% delle entrate conseguite dal 1° novembre 2020 a oggi.
Per questi motivi Epic Games non si è mostrata soddisfatta del verdetto raggiunto, dichiarando che Fortnite non tornerà su Apple Store fino a che non potrà offrire pagamenti in-app che possano competere lealmente con quelli Apple.