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Nel dare l’augurio a tutti per un anno nuovo fecondo di bene, faccio l’auspicio di una serena esistenza, offrendo nel contempo un “decalogo” possibile per il 2022 .

1.Forse siamo disgustati di tutto, esasperati da un condizione pandemica mondiale che continua a provocare danni spirituali, morali e materiali, ma non chiudiamoci nella malinconia e nella depressione, apriamo il nostro cuore alla speranza che altro non è che la “disperazione vinta”, sapendo che ogni tempo ha le sue gioie e i suoi dolori e che la vita è un bel dono, merita in ogni caso di essere vissuta.

2. Se il nostro cuore dice: “non ce la faccio a risolvere i miei problemi”, “è tutto inutile”, ricordiamoci che l’errore più grande è rinunciare, che la sconfitta peggiore è lo scoraggiamento e che essere utile agli altri può farci rinascere.

3. Se sei un giornalista, non giustiziare immediatamente le persone “sbattendo il mostro in prima pagina” o, peggio ancora, anticipando verdetti di colpevolezza e di condanna. Non nascondiamoci dietro “la teoria dell’indiscrezione” per distruggere la vita privata delle persone, né strumentalizziamo per fini ideologici la notizia, né glissiamo su quelle scomode, nascondendole.

4. Se sei un politico, sii franco e fuggi l’infingimento; cerca di promettere poco e di mantenere quel che hai promesso, non pensare di essere l’uomo indispensabile, e fai attenzione che se sono gli altri a dirtelo, guardati come da nemici; ti porteranno fuori strada.

5. Se hai responsabilità di governo non essere troppo attaccato al denaro perché l’amore del denaro conduce a mancare gravemente ai propri doveri, né avere timore di dire no più spesso che il sì.

6. Come cittadini, prima di accusare, di lanciare sospetti, sforziamoci di avere il coraggio di esigere spiegazioni dal legislatore, da chi amministra, dal politico, da chi ha pubbliche responsabilità perché si possa capire se il suo agire è sincero, trasparente come l’acqua, l’aria, il vetro oppure viziato da interessi personali da nascondere, così da creare le condizioni per un rapporto di fiducia, senza il quale nessuna buona amministrazione e buon governo sono possibili.

7. Ognuno di noi trovi il coraggio di sostenere la cultura che oggi serve al Paese, e cioè quella della “rifondazione dell’etica”, un’etica non “predicata” ma “praticata”, che deve recuperare, anche se con ispirazioni diverse, il rispetto dell’uomo, delle regole, della solidarietà, della diversità delle idee politiche e delle scelte; e ancora l’etica dell’umiltà che sa fare autocritica evitando demonizzazioni e banalizzazioni, e quel dannoso manicheismo che divide in buoni e cattivi.

8. Non trattiamo la società, la città in cui viviamo come un secchio o come un pozzo nel bisogno, viviamo in essa e facciamo di essa un vaso di alabastro. Doniamo il grano, le rose e il mantello e ramoscelli d’ulivo intrecciamo fra le persone. Raccogliamo l’angoscia del bimbo senza latte, del rifugiato e del forestiero, delle persone meno fortunate di noi, e dei più poveri, degli alberi che vengono recisi, degli anziani abbandonati; amiamo la terra come fosse il cuore di nostra madre e viviamo sulla terra come se fosse il tempio del Signore.

9. Se sei un uomo di cultura, un erudito, un intellettuale, non atteggiarti a pontificatore autoreferenziale e possessore di verità, ma sappi essere colui che si mette “in mezzo” (non “sopra”, né “al di fuori”), ma tra le “persone”, a contatto diretto con la vita pubblica collettiva e con capacità di ascolto, facendo del tuo sapere un servizio per la crescita comune.

10. Se crediamo in Dio, mettiamo nelle sue mani il presente e il futuro del nostro Paese, delle nostre regioni e delle nostre città, la nostra vita personale, la vita dei governanti, degli educatori, degli operatori della sanità, delle forze dell’ordine, degli operatori dell’informazione, della Chiesa, dei giovani, dei datori di lavoro, delle imprese, delle forze sociali e sindacali; chiediamo a Dio che la nostra vita possa essere spesa, il più ampiamente possibile, per il bene di tutti.

BUON ANNO !