È ormai risaputo: PlayStation 5 è meno performante della rivale Xbox Series X, perlomeno sulla carta. Diciamo così perché pare, stando ai multipiattaforma arrivati in queste settimane, che l’hardware Sony si comporti meglio. Il perché non ci è ancora dato saperlo, ipotizziamo genericamente che possa trattarsi di problematiche legate allo sviluppo o di una lenta comprensione dei devkit Xbox.
Tuttavia, e lo sapete sicuramente bene, i numeri, alla fine restano numeri: indipendentemente dall’hardware, la differenza la fanno i giochi e il modo in cui vengono ottimizzati. Da questo punto di vista è impossibile non lodare l’ottimo lavoro svolto dai team PlayStation nella passata generazione, che esattamente come la corrente vedeva la mid-gen Microsoft – Xbox One X – trionfare da un punto di vista prestazionale.
Questa generazione si è aperta allo stesso modo: da una parte abbiamo una fiammeggiante Xbox Series X che promette faville sui titoli terze parti; dall’altra una PlayStation 5 ancora una volta ligia all’ottimizzazione e al talento dei team interni. Ciò che forse non è chiaro, però, ed è l’argomento principale di questo articolo, è il fatto che Sony – ormai da un po’ di tempo – stia premendo l’acceleratore sull’immersione. L’obiettivo reale sembrerebbe essere quello di invadere lo spazio dell’utente, farlo sentire a 360 gradi parte di un’esperienza virtuale. I segnali sono diversi: abbiamo avuto a che fare con PS Move, PS VR, il sixaxis, la light bar e lo speaker del controller PlayStation 4, il Tempeste Engine di PlayStation 5 e, infine, il promettente DualSense.

Giochi in esclusiva ed esperienze esclusive
Al momento, come dicevamo, non è facile fare una previsione di questo tipo, ma guardando al presente e sbirciando un pochino nel passato, un’idea è possibile tirarla fuori.
Cominciamo proprio dal recente Call of Duty: Black Ops Cold War, il quale si è dimostrato un partner eccezionale per il DualSense, sfruttando a dovere ogni peculiarità del pad. Certo, volendo fare i pignoli, non è proprio un caso che sia così: parliamo di un titolo estremamente legato a PlayStation, ma comunque giocabile da altre parti, ad esempio su Xbox Series X. A questo punto, escludendo le differenze prestazionali al momento anomale, crediamo sia indubbio che la versione migliore sia assolutamente quella PlayStation 5, a patto di essere molto legati al single player. Infatti, ci piace pensare che molti giocatori si ritroveranno a disattivare tutte le funzioni del DualSense nella modalità multiplayer, così da preservare la batteria ed eliminare ogni elemento di disturbo. Nella campagna per giocatore singolo o in modalità Zombie, però, l’esperienza ne guadagna parecchio, e se a questo aggiungiamo anche l’audio 3D, tra l’altro sperimentabile anche da utenti sprovvisti di cuffie pensate ad hoc, a differenza di quanto succede su Xbox con il Dolby Atmos, che peraltro ha anche un costo, l’immersione schizza alle stelle. Una situazione davvero tanto promettente.

Ovviamente lo stesso discorso vale per Horizon Zero Dawn, in particolare per il gameplay che ruota moltissimo intorno all’utilizzo dell’arco, e che quindi su PlayStation 5, grazie ai grilletti adattivi, potrebbe avere una marcia in più.
Gli esempi, tuttavia, non si esauriscono qui, basta fare un leggero passettino indietro per trovarne di nuovi. Ve li ricordate i giochi Quantic Dream e il loro massiccio utilizzo della funzione sixaxis? Noi sì, e onestamente li abbiamo sempre apprezzati parecchio. Come per i già citati giochi poco sopra, anche i titoli di Cage sono giocabili su PC, ma farlo senza un controller PlayStation 4 li rende meno impattanti, e questo succede perché parliamo di esperienze incredibilmente costruite attorno al Dualshock.
Lo scenario che si sta verificando con l’arrivo del DualSense, affonda quindi le sue radici nel passato, ma potrebbe espandersi a dismisura.

È solo una promessa
È brutto doverlo ribadire, oppure dover mettere sempre le mani avanti prima di dire qualsiasi cosa: ovviamente con questo articolo non vi stiamo dicendo che, da adesso in poi, Sony e la sua PlayStation 5 la faranno da padrone e che non avrà alcun senso videogiocare i titoli terze parti su Xbox. Assolutamente no! È però indubbio, se il controller dovesse davvero venire sfruttato a dovere, che almeno per una cerchia di persone non ci sarebbe nemmeno da chiedere: giocherebbe assolutamente su PlayStation 5, beneficiando di un’immersione maggiore. Ma rimane una grande promessa, una promessa completamente nelle mani degli sviluppatori. Un po’ come tutte le altre sfiziose aggiunte, su tutte le schede attività o le guide integrate direttamente sul sistema.
Ciò detto, microfono puntato verso di voi: cosa ci dite in merito al DualSense? Vi convince e crediate possa venire sfruttato a dovere nel tempo, oppure vi interessa poco? A voi la parola.