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Google Stadia non sarà il Netflix dei videogiochi, però non è detto che ciò non possa essere realizzato da un publisher di terze parti. A suggerirlo è niente meno che il capo del progetto Phil Harrison nel corso di un’intervista rilasciata a Geoff Keighley, durante la quale Harrison ha dichiarato di attendersi che molti publisher comincino a pensare a come proporre i propri servizi in abbonamento attraverso Stadia.

Ciò significa che società come EA – ad esempio – potrebbero utilizzare la piattaforma Google per offrire l’accesso al pacchetto EA Access, un po’ come già avvenuto sulle console. Questo permetterebbe ai publisher di presentare il proprio catalogo anche su un servizio di streaming come Stadia: Google ci metterebbe la piattaforma, EA (per continuare con l’esempio citato) i giochi.

In questo modo gli utenti potrebbero sfruttare una forma di abbonamento molto più vicina a ciò che era stato ipotizzato che Stadia fosse – almeno in una fase iniziale -, tuttavia è anche vero che il costo del canone mensile potrebbe lievitare sensibilmente qualora si scegliesse di sfruttare i 4K a 60 fps offerti da Stadia.

Insomma, al momento Google sembra essere più interessata ad ampliare le possibilità di accesso alla sua piattaforma, piuttosto che proporre il proprio catalogo in abbonamento. Da un lato questo è un bene, in quanto favorisce la concorrenza e Big G. non si ritrova a dover pestare i piedi ai suoi partner più importanti, ma dall’altro non favorisce la riduzione della frammentazione. Difficile trovare una soluzione che possa coniugare i due aspetti.