23 views
0

Annunciato all’inizio del mese, Project Resistance è stato finalmente mostrato giovedì 12 Settembre durante la prima giornata del Tokyo Game Show.

Project Resistance, come si era potuto capire, è incentrato sull’online ma con una sostanziale differenza rispetto a quanto si pensava dal breve teaser rilasciato: non sarà solo possibile interpretare i 4 personaggi già mostrati, ma anche interpretare il “cattivo”, in una sorta di citazione del vecchio Dungeon Keeper. Nel classico titolo creato da Peter Molyneux difatti si interpretava il signore del dungeon che doveva impedire che i suoi tesori fossero conquistati da impavidi avventurieri, un gameplay che stravolgeva un po’ le regole dei giochi strategici fantasy del tempo (metà anni 90).

Resident Evil Project Resistance

Ma andiamo con ordine: Project Resistance è uno spin-off della serie Resident Evil, come si poteva facilmente intuire dalle lettere RE evidenziate in rosso nel titolo. La trama che fa da contorno al gioco vede 4 personaggi, chiamati “Sopravvissuti”, che a loro insaputa si ritrovano vittime di un esperimento della Umbrella volto ad analizzare e studiare il comportamento delle persone in situazioni di grave pericolo, in questo caso una struttura piena non solo di trappole, ma naturalmente anche di zombi.

I personaggi nel dettaglio si chiamano:

  • Samuel, un ex pugile infortunato che pensava di trovare nella Umbrella una cura per il suo problema; adatto negli scontri ravvicinati e con la salute più alta.
  • January, una hacker di professione che indagava sui legami tra la polizia di Raccoon City e l’Umbrella; hackera e mette fuori uso le telecamere di servizio.
  • Valerie, chimica assunta in prova dalla Umbrella e scomparsa mentre cercava di trovare la causa dei disturbi mentali della sua compagna di stanza; rileva oggetti e nemici e può curare gli altri Sopravvissuti.
  • Tyrone, vigile del fuoco scomparso mentre tentava di spegnere un incendio alla Umbrella; ha un formidabile calcio e può diminuire i danni degli altri Sopravvissuti per un breve lasso di tempo.

Dall’altra parte della barricata invece abbiamo:

  • Mastermind, ben poco si sa su di lui se non che lavora alla Umbrella; rapisce ragazzi per monitorare, attraverso le telecamere, le loro reazioni e comportamenti di fronte a situazioni di estremo pericolo; non si vede mai e per certi versi ricorda il Saw della celebre saga cinematografica.
Resident Evil Project Resistance

I Sopravvissuti devono cercare di fuggire dalle aree in cui sono rinchiusi, ognuna composta da diverse stanze; superate tre aree otterranno finalmente l’agognata libertà e segnerà la loro vittoria e la contemporanea sconfitta del Mastermind, il quale farà di tutto per impedire che ciò avvenga.

Durante il gioco verranno indicati diversi obiettivi da raggiungere per i Sopravvissuti, i quali contribuiscono ad aumentare il tempo. Eh sì, perché come se non bastasse la paura nel ritrovarsi da soli ad affrontare terribili creature mutate, c’è anche un countdown che non fa che aumentare l’adrenalina e la tensione. Il tempo limite necessario per completare l’area può essere aumentato raggiungendo determinati obiettivi, ma anche ridotto, soprattutto nel caso nel quale un giocatore ferito non riesca ad essere curato da altri: il personaggio può essere rimesso normalmente in gioco, ma diversi secondi verranno tolti al countdown, per cui sarà essenziale che Valerie stia sempre ben attenta alla salute dei suoi compagni di sventura o che qualche giocatore sia in possesso di pozioni ristoratrici.

Il Mastermind dal canto suo non può piazzare mostri e trappole come preferisce, in quanto ha alcuni limiti: a seconda della stanza ci sono obiettivi da proteggere e non tutte le creature possono essere utilizzate, per cui sarà necessaria una pianificata strategia sempre considerando che si sta lottando, da ambo le parti, contro il tempo.

I Sopravvissuti dispongono sia di armi bianche che da fuoco, ma forse quella più importante non viene data nel gioco: l’astuzia e la capacità di 4 persone di collaborare tra loro per evitare non solo i mostruosi nemici ma anche le trappole, come insidiose tagliole e piccole mitragliatrici automatiche. Sono presenti anche oggetti che serviranno ad aiutare i quattro fuggitivi nel loro obiettivo, tra cui le immancabili erbe curative e granate di vario genere, tipiche della saga di Resident Evil, e i classici bauli atti a immagazzinare armi, munizioni e tutto quanto di utile viene trovato nelle varie stanze.

Il Mastermind ha la possibilità di monitorare ogni stanza grazie a diverse telecamere poste in ognuna di essa, inoltre come in un gioco di ruolo utilizza dei set di carte che evocano, all’interno delle varie stanze, zombie e creature tipiche della saga di Resident Evil, mentre le stesse telecamere possono essere armate di mitraglietta automatica grazie a una specifica carta. Come se non bastasse, in determinate occasioni può addirittura impersonare per un breve periodo di tempo una delle sue creature, in modo da perpetrare attacchi ancora più letali. A differenza però dei Sopravvissuti, l’azione non è del tutto libera: ogni zombie dispone di specifici attacchi e sarà compito del Mastermind utilizzarli al meglio in ogni situazione. Se un normale zombie propone solo un paio di possibili attacchi, impersonando il temibile Tyrant Mr.X saranno ben cinque le azioni che potranno essere intraprese per fermare i Sopravvissuti.

Non essendo la conferenza entrata nel dettaglio su alcuni aspetti di Project Resistance, solo a un attento esame del filmato si può notare che vengono elargiti dei punti (Umbrella Credits) in base alle azioni dei giocatori: il Mastermind probabilmente potrà acquisire nuove carte nello stage successivo mentre più lacunosa è la spiegazione su cosa possano fare i Sopravvissuti, magari ottenere armi o attivare azioni speciali (l’icona azzurra presente in basso a destra dell’hud che si può notare in diversi filmati durante l’azione di gioco). Un altro particolare evidenziato è che, sebbene i Sopravvissuti possano essere rimessi in gioco, ciò non vuol dire che si possa impavidamente affrontare il pericolo ben sapendo che la dipartita di un personaggio comporta soltanto la perdita di alcuni secondi: Valerie non può curare all’infinito i compagni per cui ci saranno situazioni in cui i giocatori dovranno decidere se perdere secondi preziosi ma arrivare in quattro alla fine dell’area (con relativo bonus di tempo) o se continuare per evitare di far precipitare ancora di più il conto del tempo rimasto. Il gameplay promette quindi un’azione frenetica.

A livello tecnico Project Resistance utilizza il motore grafico di Resident Evil 2 Remake. Riguardo invece la parte online Capcom si è avvalsa del contributo di NeoBards, un’azienda di Taiwan specializzata da anni nel multiplayer online: il presidente di quest’ultima ha fatto una breve comparsa sul palco nel corso della presentazione per testimoniare la partnership con la casa di Osaka.

Se Project Resistance di per sé pare essere una versione aggiornata di Resident Evil Outbreak, di cui condivide la filosofia di fondo (gruppo di persone che cercano di fuggire, collaborando, dall’orda degli zombie creata dall’Umbrella) dall’altro l’idea di aggiungere un giocatore che interpreta la parte “cattiva” potrebbe essere una mossa vincente o che comunque porta una piccola novità, strizzando appunto l’occhio a un classico del passato, come detto in apertura.

Project Resistance è ancora lontano dall’uscita e probabilmente sarà importante il feedback che riceverà da parte degli utenti quando a metà Ottobre potranno provare la beta; inoltre nei prossimi mesi, con il rilascio di nuove informazioni, sarà possibile capire maggiormente alcune meccaniche del gioco che per il momento è stato possibile soltanto intuire con un’analisi ripetuta del video rilasciato in questi giorni, specie riguardo al Mastermind perché è la feature che, se ben inserita nel contesto del gioco, potrebbe tracciare il solco tra un titolo interessante o nella media, specie in un’ottica di multiplayer competitivo.