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Era il 2016 quando Jang, donna sudcoreana, perde la figlia di sette anni, Nayeon, a causa di una malattia. Dopo più di tre anni, però, le due si sono “incontrate” ancora una volta. Non è l’incipit di un film sul paranormale, ma è quanto è stato realizzato, con il supporto della VR, e svelato tramite un documentario prodotto dalla Munhawa Broadcasting.

Nel documentario “I met you”, di cui potete vedere un trailer qui sotto, Jang vive una giornata con la riproduzione digitale della figlia morta. Il suo aspetto è stato creato a partire da foto della bambina e le animazioni sono state realizzate da altri bambini della stessa età. Il prodotto finale è stato inserito in un ambiente tridimensionale che ha permesso alla donna di correre con la figlia, giocare a nascondino e anche festeggiare il suo compleanno.

La donna sembra “contenta” ed emozionata da quanto appare nel suo visore: rivivere una giornata con la “figlia”, o per meglio dire una riproduzione digitale della bambina, potrebbe averla aiutata, ma è impossibile non pensare che il tutto sia stato fatto a uso e consumo delle telecamere.

Usare la tecnologia per ricreare una persona scomparsa è veramente accettabile? Potrà avere uno scopo terapeutico, oppure si tratta solo di un nuovo modo per mercificare i sentimenti più forti degli esseri umani e guadagnare quanti più soldi possibili? Per ora si tratta di un caso isolato, ma in futuro potrebbe veramente diventare la norma nella vita delle persone. Diteci, voi cosa ne pensate? Credete che in questo caso i produttori abbiano superato il limite o, fino a quando vi è il consenso dei parenti, è più che lecito creare qualcosa di questo tipo?